Aumento di capitale di Banca d'Italia. La ripartizione tra le banche

Qualche numero utile a comprendere meglio gli effetti dell'aumento di capitale sociale della Banca d'Italia, secondo quando stabilito dalla legge 29 gennaio 2014, n. 5.

Qui si trova un comunicato di Banca d'Italia che spiega il punto di vista dell'Autorità di vigilanza. Qui vi sono alcune letture critiche tra le tante uscite in questi giorni, una di Claudio Gnesutta e una di Andrea Baranes.

Nessuno, neanche la Banca d'Italia, mette in dubbio che alcuni (si noti bene: alcuni) istituti di credito beneficeranno della misura. Ma chi sono - nel dettaglio - gli enti partecipanti al capitale sociale della Banca d'Italia, le banche cioè che trarranno concreti benefici (reddituali e patrimoniali) da questo intervento del Governo? e a quanto ammonta il loro "premio"?

Qui si trovano i 60 enti partecipanti, con relativa indicazione del Gruppo bancario di appartenenza, numero di quote possedute, percentuale, valore nominale delle quote prima e dopo la legge.


Se ne evince che i soggetti beneficiati dal Governo scendono da 60 a 37 (quando le banche in Italia sono circa 700), con la parte del leone di Intesa SanPaolo, che come Gruppo detiene il 42% del capitale sociale di Banca d'Italia e beneficia dunque di 3,2 dei 7,5 miliardi di euro di aumento complessivo.

Al secondo posto Unicredit, con il 22% del capitale e un valore di 1,7 miliardi di euro.
Il salto tra la quota detenuta dai primi due e tutti gli altri enti è notevole, con il terzo soggetto (le Assicurazioni Generali) "solo" al 6%.

Si ha così che tre soli gruppi finanziari detengono oltre il 70% del capitale sociale di Banca d'Italia, e cinque (tra cui anche un ente pubblico, l'INPS) arrivano all'80%.

Qui sotto la rappresentazione grafica.