Cooperativa, critica, trasparente ed etica: una banca per i prossimi 15 anni

Banca Etica compie quindici anni. Caspita. Un po’ come per i figli, è uno di quei passaggi che fa misurare il tempo. Tre lustri sono molti nell’arco della vita di una persona. Sono niente o quasi rispetto agli obiettivi che ci si è dati, che ancora oggi definiscono grandi sfide all'ortodossia finanziaria ed economica.



Banca cooperativa. In Italia la prima fu la Banca Popolare di Lodi, nel 1864, seguita un anno dopo dalla Banca Popolare di Milano. La storia di entrambe, gloriose rappresentanti del movimento cooperativo che fu, ci dice che non è facile mantenere nel tempo la convivenza tra matrice sociale e operatività bancaria. Una partita aperta per i prossimi quindici anni e oltre.


Banca del terzo settore. Questa la scelta di campo, fatta quasi vent’anni fa: dedicarsi al nonprofit perché è lì che la società esprime il meglio di sé. Sì. Ma non sempre. E non solo. Oggi si parla di innovazione sociale, andando oltre la dicotomia profit-nonprofit. Oggi  sappiamo che una certa enfasi sul nonprofit è stata strumentalizzata per toglierci più diritti. Scegliere bene chi finanziare sarà un’altra grande sfida per i prossimi decenni.


Banca critica. Essere il granello di sabbia, la folle eresia all’interno della cristalleria della grande finanza. Forse la sfida più ambiziosa. Di cui oggi - come ieri - c’è forte bisogno. E su cui c’è più da lavorare, perché intanto il dogma è cresciuto, il pensiero unico è entrato in numero maggiore di teste, la politica si è arresa del tutto.


Banca trasparente. Ancora oggi un record. L’unica banca che rende pubbliche le informazioni relative ai finanziamenti effettuati. Semplice quanto audace. Dirompente. Ma essere rimasti soli, dopo tanti anni, non fa gioire troppo. C’è da rimboccarsi le maniche per far uscire allo scoperto anche gli altri. A partire dalle BCC, le Banche di Credito Cooperativo, cugine dalla lunga storia, locali, mutualistiche, vicine a famiglie, imprese e sociale.


Banca etica. La scelta più difficile. Fatta all’inizio di tutto. Una contraddizione in termini. Quante volte anche illustri commentatori ce l’hanno ricordato? Oggi, che è quasi impossibile fare banca, noi abbiamo ancora l’ambizione di farla etica. O siamo pazzi incoscienti, o abbiamo la ragione dei rivoluzionari.


Da socio, amico, simpatizzante, vecchio rompiscatole, dico che da sempre la nostra forza è stata quella di chi ha la ragione dalla sua e la vista abbastanza lunga per superare le contingenze. La forza dei persuasi. Coltivare e far crescere questo seme è la principale responsabilità che dobbiamo sentire per i prossimi quindici anni.


di Alessandro Messina
pubblicato sul sito di Banca Etica